mercoledì 15 agosto 2012

X51-A Al Secondo Test Sul Pacifico





L'USAF ha condotto l’annunciato nuovo test di un aereo senza pilota a oltre 7.000 km all’ora, l'X-51A Waverider.

L'X-51A Waverider (Cavaliere Delle Onde) è il risultato di diversi sforzi compiuti per la produzione di modelli come l'Advanced Rapid Response Missile Demonstrator e il motore scramjet con propellente liquido di idrocarburi sviluppato dalla sezione HyTech della USAF e prodotto dalla Boeing. Esso ricevette la designazione di X-51 il 27 settembre 2005.

Per il nuovo test, un bombardiere B52 ha portato, come già avvenuto nel 26 maggio del 2010, il velivolo ipersonico sul Pacifico a circa 12000 metri di quota, agganciato a una sua ala, partendo dalla base di Edwards in California.
Il Waverider si è quindi staccato e compiendo un volo telecomandato di pochi secondi, cadendo infine nell’Oceano.

Il Waverider (cavaliere delle onde) ha una propulsione a razzo MGM-140 ATACMS, che utilizza combustibile solido. Il test ha raggiunto i Mach 6, ma il vero scopo era di restare in volo oltre i 140 secondi.
I risultati del test verranno pubblicati dalla Boeing ed aggiornati qui nei prossimi giorni.

Foto In Alto:
X-51A Waverider (credit: Boeing/USAF)

A cura di Arthur McPaul

Fonte:
http://www.boeing.com/Features/2011/03/bds_x51a_second_flight_03_17_11.html


venerdì 20 luglio 2012

Nuovo Sistema Di Frenata Per Le Missioni Spaziali




i tecnici e gli ingegneri della NASA stanno dando gli ultimi ritocchi per un esperimento unico nel suo genere progettato per dimostrare che uno scudo termico gonfiabile possa essere usato per proteggere i veicoli spaziali nell'entrata nell'atmosfera di un pianeta o di ritorno sulla Terra.

I tecnici del Wallops Flight Facility dal Virginia Eastern Shore e del NASA Langley Research Center di Hampton, in Virginia, stanno preparando il veicolo gonfiabile di rientro (IRVE-3) per il lancio da Wallops del 21 luglio.

IRVE-3 è il frutto di numerose ricerche della NASA per sviluppare nuove tecnologie per promuovere i viaggi nello spazio. E' parte dell'Hypersonic Decelerator Gonfiabile Aerodinamycs o progetto HIAD, che fa parte del Programma di Sviluppo del programma spaziale della NASA Technology Gioco Modifica.

"Abbiamo sviluppato uno scudo termico di 3 metri di diametro disposto nel cono di 56 centimetri del razzo a tre stadi Nero Brant XI", ha detto Robert Dillman, ingegnere capo del progetto.
La struttura gonfiabile di protezione comprende un carico utile costituito da quattro segmenti tra cui il sistema di gonfiaggio con i dispositivi di guida e di telemetria.

Lo scudo termico è un cono di anelli gonfiabili, che una volta riempito con azoto funziona un pó come un giocattolo gigante tipo fungo. Gli anelli sono coperti da un sistema di protezione termica a strati di materiali resistenti al calore.
Per i tecnici è stato difficile piegaro nella struttura.
"L'Imballaggio in realtà si rivela essere una bella sfida", ha detto Neil Cheatwood, ricercatore principale per IRVE-3 e HIAD, il progetto di Hypersonic Gonfiabile Decelerator Aerodinamics, che sovrintende l'esperimento di volo.
"Uno dei motivi è perché il sistema di protezione termica di IRVE-3 ha questo strato isolante in Pyrogel (un aerogel) che lo rende molto difficile da comprimere. E' come cercare di comprimere una spugna".

IRVE-3 necessita di un tipo di isolamento particolare a causa della forza di entrata nell'atmosfera terrestre e temperature che possono raggiungere anche i 1.850 gradi Fahrenheit (1.010 gradi Celsius). Per ottenere il riscaldamento realistico di rientro, il razzo porterà con sè la tecnologia spaziale gonfiabile fino a circa 280 miglia e IRVE-3 si separerà, consentendo al sistema di gonfiaggio di pompare gli anelli in Kevlar per la giusta pressione.
Poi lo scudo termico gonfiabile e il suo carico utile precipiteranno di nuovo attraverso l'atmosfera terrestre nell'Oceano Atlantico, circa 20 minuti dopo il lancio, a 563 km da Wallops.

Durante il rientro quattro telecamere trasmetteranno le immagini alla sala di controllo da Wallops per confermare che il sistema IRVE-3 tenga la sua forma. Gli strumenti a bordo invia
eranno i dati sulla temperatura e pressione.
Sembra così semplice, quando gli ingegneri lo descrivono, ma per ottenere questo risultano ci sono voluti anni di progettazione, fabbricazione e test per cercare di assicurarsi che tutto vada bene e sono state coinvolte circa 50 persone per più di tre anni.

Questo sarà il terzo volo suborbitale di IRVE. ma sarà necessario portare avanti lo sviluppo della tecnologia spaziale gonfiabile. Secondo i tecnici un tale sistema potrebbe offrire una maggiore flessibilità per le future missioni, riducendo alcuni dei limiti di dimensioni e peso che che attualmente sono imposti per l'esplorazione planetaria.

Uno scudo termico gonfiabile permetterà di ospitare grandi carichi che potrebbero fornire gli strumenti scientifici per altri mondi e ci permetteranno di atterrare ad altitudini più elevate su pianeti come Marte o portare attrezzi al sicuro dalla Stazione Spaziale Internazionale.

Traduzione A cura Di Arthur McPaul

Fonte:
http://www.sciencedaily.com/releases/2012/07/120718123309.htm

lunedì 2 aprile 2012

Motore A Ioni Pronto Per il Test Su Mini Satellite




Rappresentazione di un nanosatellite in viaggio verso la Luna con un motore a ioni. Crediti: EPFL News

Grazie al lavoro degli scienziati del Politecnico di Losanna e di altri partner europei, è nato il primo prototipo di un nuovo motore ultra-compatto, in grado di offrire ai piccoli satelliti la possibilità di viaggiare oltre l’orbita terrestre a consumi ridottissimi. L’obiettivo di MicroThrust, questo il nome del micro-motore, è quello di ridurre in maniera drastica il costo delle esplorazioni spaziali. Grazie all’utilizzo della propulsione ionica, le prestazioni alle quali ambisce sono di arrivare a coprire una distanza pari a quella Terra-Luna consumando appena un decimo di litro di carburante.

Il motore è stato progettato per essere montato sui satelliti di piccole dimensioni, 10x10x10 centimetri cubi. Piccoli e sempre più di moda, in quanto i costi per produrre e lanciare questi satelliti sono davvero molto contenuti: attorno al mezzo milione di dollari, rispetto alle centinaia di milioni richiesti per i satelliti convenzionali. E lo stesso motore, oltre a essere altamente efficiente, è anche estremamente compatto: il peso del prototipo è di 200 grammi, carburante ed elettronica di controllo inclusi.

L’elemento che rende unico questo tipo di motore sta nel fatto che, per girare, non ha bisogno di bruciare combustibile. Il liquido “ionico” di cui si avvale, il composto chimico EMI-BF4, contiene molecole elettricamente cariche: gli ioni, appunto. Un po’ come quelle del comune sale da cucina, con la differenza che questo composto è liquido anche a temperatura ambiente. Mediante un campo elettrico, gli ioni vengono estratti dal liquido ed espulsi, così da genere la spinta. Ed è esattamente questo il principio alla base del motore ionico: il carburante non si brucia, si espelle.

Il primo impiego del prototipo appena realizzato sarà a bordo di CleanSpace One, un nano-satellite per la pulizia dei detriti spaziali. «Al momento i nano-satelliti sono bloccati nelle loro orbite. Il nostro obiettivo è quello di liberarli», dice Herbert Shea, coordinatore del progetto europeo MicroThrust e direttore del Microsystems for Space Technologies Laboratory dell’EPFL, la Scuola politecnica federale di Losanna.

«Abbiamo calcolato che, per raggiungere l’orbita lunare, un mini-satellite del peso di 1 kg, con il nostro motore, impiegherebbe circa sei mesi, con un consumo di soli 100 millilitri di carburante», spiega Muriel Richard, scienziato presso il Centro spaziale svizzero dell’EPFL.

Una prestazione che, in termini di accelerazione, può lasciare perplessi: in sei mesi di navigazione, il mini-satellite dovrebbe passare dai 24mila km/h iniziali a 42mila km/h. Vale a dire, 0-100 km/h in 77 ore. Nello spazio, però, dove non c’è l’attrito a frenare gli spostamenti, un’accelerazione leggera ma costante può rivelarsi la scelta vincente.

A Cura Di Media INAF

Fonte:
http://www.media.inaf.it/2012/03/30/motore-a-ioni/